Vivian Grace Chammah è senior associate della practice di diritto della proprietà intellettuale e information technology di BonelliErede
Quali studi hai intrapreso prima di iniziare la professione di avvocato?
Mi sono laureata in diritto italiano e francese seguendo un corso di doppia laurea che mi ha portato, da Milano, a trascorrere due anni all’Università degli Studi di Firenze e poi altri tre anni a Parigi, all’Università Paris I Panthéon-Sorbonne. Se questo percorso ha rappresentato una grandissima opportunità dal punto di vista formativo, richiedendo anche una certa elasticità nel passaggio tra sistemi giuridici e metodi di studio diversi, altrettanto prezioso è stato l’aspetto umano: noi studenti italiani insieme ai colleghi francesi abbiamo frequentato lo stesso programma, dando vita ad amicizie profonde che ancora oggi ci legano. Dopo la laurea, ho deciso di rimanere ancora qualche tempo in Francia per seguire un Master in diritto della proprietà intellettuale e per percorrere lì l’iter per l’abilitazione come avvocato.
Intanto, fin dalla scelta della tesi con cui ho approfondito le problematiche di diritto internazionale sollevate dalla criminalità informatica, ho iniziato ad appassionarmi al ruolo svolto dal diritto nell’affrontare le opportunità e le sfide legate alla continua crescita ed evoluzione della sfera digitale. Ho avuto la fortuna di poter affrontare professionalmente questi temi già durante la pratica forense, che per un certo periodo ho svolto presso l’ufficio legale francese di Cisco Systems, prima di arrivare nel 2015, da neoavvocato, in BonelliErede.
Di che cosa ti occupi oggi?
In BonelliErede faccio parte della practice di diritto della proprietà intellettuale e information technology. Qui ho potuto continuare a seguire queste tematiche occupandomi principalmente di innovazione anche insieme al Focus Team Innovazione e Trasformazione digitale di cui sono membro.
In questo momento storico, l’innovazione digitale sta attraversando tutti gli aspetti della nostra società e tutti i settori economici. Questo contribuisce a rendere dinamico e interessante il nostro lavoro, perché le richieste dei clienti arrivano dai comparti più svariati: dall’e-commerce all’energia, passando per il bancario, l’healthcare, il settore dei media e quello dei fornitori “puri” di tecnologie informatiche. Dal punto di vista giuridico ci sono temi ricorrenti che, insieme al mio team, monitoriamo per essere sempre aggiornati: il diritto della proprietà intellettuale, il diritto dei contratti, comprese le specificità legate ai contratti per servizi informatici, la disciplina dell’e-commerce e quella della privacy, oltre a discipline più specialistiche come ad esempio quella relativa alle firme elettroniche.
Che cosa ti piace di BonelliErede?
Uno degli aspetti che apprezzo maggiormente, oltre al fatto di lavorare al fianco di professionisti che sono dei veri e propri punti di riferimento per le rispettive materie, è il senso di collegialità e la collaborazione positiva che si respira. Spesso il comune interesse per determinati progetti, specie nell’ambito del nostro Focus Team Innovazione e Trasformazione digitale, ci porta a discutere e a indagare insieme aspetti che vanno oltre le soluzioni di diritto in sé stesse e a interrogarci anche sull’impatto dell’innovazione in un’ottica più ampia.
Infine, la mia “vita in BonelliErede” è fatta anche di occasioni di condivisione e arricchimento reciproco con colleghi che al di fuori del lavoro coltivano interessi di ogni genere: la mia passione più grande è quella per la musica, e non vedo l’ora di superare definitivamente il periodo della pandemia per tornare a fare concerti, che sono sempre stati anche un’occasione di incontro divertente e informale con i colleghi che sono venuti a sentirmi, che sia in un teatro o al parco!