L’Egitto verso la ripresa dopo la crisi di valuta estera
20 Giugno 2017

Dopo la decisione di lasciar fluttuare la lira egiziana (EGP) del 3 novembre scorso, l’economia egiziana ha visto un miglioramento nella sua posizione in valuta estera. Riccardo Bicciato, local partner basato al Cairo, e Mostafa Elfar, membro dell’Africa Team, commentano gli ultimi sviluppi.

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La fluttuazione ha contribuito a risolvere il problema della scarsità di valuta estera e a riconquistare la fiducia degli investitori, come dimostra l’aumento delle riserve di valuta estera a 31.1 miliardi di Dollari nel maggio 2017, ed è un indicatore dei continui progressi dell’Egitto nell’attuazione del programma di riforme e nel ritorno alla normalità e alla stabilità economica.

Il 14 giugno la Banca centrale egiziana ha computo un passo ulteriore verso la piena applicazione di un libero mercato dei cambi: ha eliminato il limite dei 100.00 Dollari (o equivalenti) sui trasferimenti annuali di valuta estera per gli individui e le società egiziane (senza una sottostante transazione commerciale).

La decisione, che sarebbe stata di difficile attuazione senza un miglioramento della  situazione della valuta estera, contribuisce a ricostruire l’immagine dell’Egitto dopo le crisi valutarie degli ultimi anni e fa intravedere la fine della stretta valutaria. Inoltre, la decisione è in linea con l’impegno preso dall’Egitto nei confronti del Fondo Monetario Internazionale (FMI) di abolire il limite dei 100.00 Dollari sui trasferimenti di valuta estera. Secondo il Governatore della Banca centrale, il venir meno del limite segna il capitolo conclusivo della crisi valutaria egiziana e costituisce un passo importante per attrarre investimenti esteri e ulteriori rimesse dagli egiziani all’estero.

Tuttavia, la Banca centrale egiziana non si è espressa sul limite mensile di 50.000 Dollari sui depositi delle aziende che importano beni non prioritari, limite che costituisce un ostacolo al raggiungimento della piena libertà del mercato dei cambi e che Il Cairo ha preso l’impegno di rimuovere con il Fondo monetario Internazionale.