La normativa di emergenza ha imposto lo smart working fin dal principio: l’utilizzo prolungato di questo metodo di lavoro genera inevitabilmente nel datore di lavoro la volontà – a volte l’esigenza – di controllare la qualità della prestazione resa dai propri dipendenti. Il potere di controllo del datore di lavoro è soggetto a limiti?
Qualora il datore di lavoro decidesse di far utilizzare al lavoratore i propri strumenti informatici, quali accorgimenti deve adottare?
Quali sono, inoltre, gli impatti che il ricorso a strumenti informatici può avere sulla tutela della confidenzialità, integrità e disponibilità dei dati e dei sistemi aziendali (cybersecurity)? Quali sono i comportamenti che il personale deve adottare per tutelare la sicurezza?
Infine, lo svolgimento dell’attività lavorativa presso il proprio domicilio e il blocco dello spostamento tra Paesi ha impatti di natura fiscale?
Il nostro Focus Team Innovazione e Trasformazione Digitale, in coordinamento con la Task Force dedicata all’emergenza Covid-19, affronta questi quesiti nel documento disponibile qui.