L’Italia rappresentante dei donatori del Fondo Globale contro Aids, Tubercolosi e Malaria in Etiopia
11 Maggio 2017

L’Italia entra ufficialmente a far parte del Country Coordination Mechanism per l’Etiopia (il cosiddetto Ccm/Etiopia) del Fondo Globale contro Aids, Tubercolosi e Malaria (Fgatm) quale membro effettivo in rappresentanza dei donatori bilaterali. La nomina corona il percorso di impegno italiano in Etiopia sia nel settore sanitario, in quanto storicamente prioritario per la cooperazione allo sviluppo, sia di collaborazione con il Fondo Globale nel Paese. L’Etiopia è uno dei quattro Paesi identificati come prioritari dal Memorandum of Understanding firmato a Roma nel novembre 2014. Il Fondo Globale, creato su forte impulso dell’Italia durante il G8 di Genova nel 2001, è un organismo multilaterale composto da governi, società civile e settore privato che contribuisce al 57% dei finanziamenti internazionali per la tubercolosi, al 44% di quelli per la malaria e al 22% dei fondi per la lotta all’Aids. Raccoglie e investe oltre 3 miliardi di dollari all’anno per programmi gestiti da esperti locali in oltre cento Paesi.

Dal 2002 al 2014, nei Paesi in cui opera il Fondo Globale per la Lotta contro Aids, tubercolosi e malaria, sono state salvate più di 20 milioni di vite ed è stata riscontrata la diminuzione di un terzo dei decessi per Hiv, Tbc e malaria: oltre 9 milioni le persone che hanno beneficiato del trattamento antiretrovirale (Art), oltre 15 milioni quelle che hanno ricevuto cure per la Tbc e 659 milioni le zanzariere, impregnate di insetticida, distribuite attraverso i programmi di lotta contro la malaria.

Dopo la Quinta Conferenza di Rifinanziamento del Fondo che è svolta il 16 settembre a Montréal in Canada, l’Italia ha annunciato un aumento del 30% del suo contributo, portandolo a 140 milioni di euro per il triennio 2017-19. Negli ultimi due anni l’Italia ha lavorato in stretta collaborazione con gli organismi internazionali impegnati nella lotta contro Hiv, Aids, tubercolosi e malaria e ha affiancato e partecipato alle missioni congiunte organizzate dal Fondo Globale nel Paese e sostenuto attivamente le iniziative anche presso gli altri donatori.

L’ingresso dell’Italia nel Country Coordination Mechanism dimostra l’impegno e il ruolo del governo italiano, ma chiama in causa anche le aziende farmaceutiche, che hanno accolto favorevolmente la notizia. Per Farmindustria, si tratta di una buona notizia da accogliere con grande senso di responsabilità, perché entrare a far parte del Fondo Globale per la lotta contro Aids, tubercolosi e malaria significa assumere, ancora di più, l’impegno etico-morale per frenare quanto più possibile la diffusione e la recrudescenza di queste malattie e le imprese a capitale italiano e internazionale sono pronte a promuovere la cura e la prevenzione attraverso farmaci e vaccini. A livello mondiale – secondo i dati dell’Associazione internazionale delle imprese del farmaco (Ifpma) – sono oltre 300 i progetti di partnership per la salute che tutte le aziende hanno nei Paesi a basso e medio reddito per aumentare l’accesso ai medicinali, con l’impegno a donare 14 miliardi di trattamenti per le malattie tropicali trascurate tra il 2011 e il 2020.