L’Etiopia, Macallè e la rete di interporti per l’import-export
28 Dicembre 2017

Macallè è la città più popolosa del Nord dell’Etiopia. Capitale della Regione del Tigrè, si trova a 780 chilometri a nord di Addis Abeba. Qui, a 2 mila metri sul livello del mare, il governo ha deciso di investire per ampliare l’interporto – uno degli otto esistenti attualmente nel Paese – che passerà da 5 mila a 14.500 container di capacità. Il piano, ha annunciato la Ethiopian Shipping & Logistics Service Enterprise, è pronto. Progettato dalla Chinese Communications Construction Company (Cccc), il nuovo porto a secco si estenderà su 57 ettari di terreno e a regime dovrebbe accogliere più di sette milioni di tonnellate di merci contemporaneamente. La costruzione del nuovo porto a secco a Macallè dovrebbe iniziare prima della conclusione di questo anno fiscale.

Il progetto fa parte della strategia del governo di creare porti asciutti lungo le linee ferroviarie e i parchi industriali, in un’ottica di intermodalità. Il nuovo porto a secco è situato a 10 chilometri dal parco industriale di Macallè, costato 100 milioni di dollari e anch’esso costruito dalla Cccc. I cinesi hanno un ruolo chiave. La stessa multinazionale cinese ha progettato una nuova linea ferroviaria che collega Macallè a Ualdia.

La Ethiopian Railways Corporation (Erc) sta costruendo una linea ferroviaria elettrificata da 268 chilometri tra le due città. La Cccc, nota anche per la costruzione della Addis Abeba Light Railway, sta lavorando alla nuova ferrovia da due anni, ma finora è stato completato soltanto il 45% della tratta e non si sa quando sarà completata.

L’Etiopia sta progettando la costruzione di altri quattro nuovi interporti per un investimento complessivo di 1,5 miliardi di Birr, ovvero quasi 60 milioni di euro. I capitali sono locali. Gli altri nuovi porti a secco – in totale quattro – saranno realizzati nelle città di Auasa, Dire Daba, Combolcià e Wereta. I lavori di costruzione delle piattaforme logistiche di Combolcià e Daba sono già stati avviati, mentre la costruzione dei restanti due porti sarà lanciata presto.

L’obiettivo è quello di costruire una rete di piattaforme logistiche per gestire il crescente mercato dell’import-export. Il sistema di interporti consentirà di ridurre i costi e i tempi di trasporto e di transito per chi importa beni e prodotti.

Lo scopo è anche quello di facilitare gli scambi con il porto di Tagiura, nel vicino Stato di Gibuti, in posizione cruciale nel corno d’Africa visto che si affaccia sia sul Mar Rosso sia sul Golfo di Aden. Situato a 772 chilometri da Macallè, il porto è stato inaugurato a giugno del 2017 con l’obiettivo principale di gestire annualmente quattro milioni di tonnellate di potassa prodotte nello Stato regionale del Tigrè. Il porto dovrebbe gestire il 35% delle merci importate dall’Etiopia.

Attualmente è l’interporto di Moggio a gestire da solo l’80 per cento del mercato import-export dell’Etiopia. Il porto a secco si trova a 61 chilometri della capitale ed è sul corridoio commerciale Etiopia-Gibuti. Si tratta del primo interporto etiope e ha iniziato a operare su piccola scala otto anni fa. L’Etiopia successivamente ha costruito altri sette porti asciutti nel decennio. Nella seconda edizione del Piano di crescita e trasformazione (GTP II), la Ethiopian Shipping and Logistics Services Enterprise ha in programma di costruire 35 porti asciutti in tutto il Paese dagli attuali otto.

L’Enterprise sta anche intraprendendo uno studio di fattibilità per costruire un porto a secco a Woreta, a 618 chilometri da Addis Abeba. Lo studio si propone di individuare il luogo esatto della struttura che è programmata per contenere almeno 15.000 container.

Fonti: Ice, Farnesina (infomercatiesteri), Reuters