Tre esportatori etiopi di bestiame hanno firmato un accordo con la Egyptian Trust for Trade & Transport Company per la fornitura di 354.000 capi. Alfoz Plc, Rimon General Trading e Beal Livestock Export forniranno alla compagnia egiziana 156.000 bovini, 120.000 pecore e 78.000 cammelli per due anni. Alfoz, che è noto anche per l’esportazione di caffè Arabica e possiede un ranch e una struttura di quarantena di animali, è la società che esporterà la maggior parte del bestiame.
L’accordo è stato firmato alla presenza di Abou Bakr Hefny Mahmoud, ambasciatore dell’Egitto in Etiopia, Alebachew Nigussie, ministro di Stato del bestiame e della pesca, Ahmed Abou Khadar, presidente della compagnia egiziana Trust for Trade and Transport e rappresentanti delle tre società, che inizieranno a fornire gli animali a breve. “Si tratta della prima esportazione di bestiame in Egitto dopo tre anni e creerà grandi opportunità di mercato”, ha detto alla stampa locale Kibre Mulat, Presidente della Ethiopian Exporters Association. Dal canto suo, la Trust for Trade & Transport – che è operativa oltre che in Egitto anche in Arabia Saudita e in Etiopia – si è impegnata in varie attività, tra cui la logistica e le spedizioni. L’accordo è l’estensione di una commissione congiunta firmata tra il ministero egiziano per gli Investimenti e la cooperazione internazionale e la Ethiopian Investment Commission siglata nel gennaio 2018 al Cairo.
Con circa 54 milioni di capi di bestiame, 25,5 milioni di pecore e 24,06 milioni di capre, l’Etiopia è prima in Africa e in quinta posizione globale per risorse zootecniche. Il settore della zootecnia contribuisce per circa il 16,5% del Prodotto interno lordo del Paese e il 35,6% del Pil agricolo e per il 15% per i proventi da esportazione. Per l’anno fiscale in corso, il Paese punta a generare 350 milioni di dollari dall’export di bestiame. L’Arabia Saudita è la destinazione principale, seguita da Qatar, Kuwait, Emirati Arabi Uniti e Stati nordafricani. Il settore della carne etiope è in costante crescita e gli investitori nazionali e stranieri stanno dimostrando interesse. In particolare, sono attualmente interessate al settore della lavorazione della carne le aziende di Cina, Marocco, Sud Africa e India.
L’industria potrebbe crescere ancora, perché sconta ancora un sistema di produzione poco orientato al mercato, il basso numero di esportatori, lo scarso livello di strutture e di procedure per la quarantena, la mancata prevenzione di malattie e l’eccessivo commercio illegale transfrontaliero, tutti fattori che hanno portato il settore a contribuire nell’economia al di sotto del potenziale. Lo scorso dicembre la Banca Mondiale ha impegnato 170 milioni di dollari per l’attuazione del progetto di sviluppo del settore zootecnico e della pesca in 58 province e in sei stati regionali.
Sono in corso sforzi per avviare programmi di laurea e post-laurea perché c’è bisogno di formazione nelle tecnologie di lavorazione e trasformazione della carne, del latte, del pesce e del miele. Per favorire la crescita, Addis Abeba ha creato parchi industriali di agro-trasformazione a Tigray, Amhara, Oromia, investendo circa 2,5 miliardi di dollari. Secondo l’Etiopia Investment Commission, altri 17 parchi industriali di trasformazione agricola saranno costruiti entro il 2025.
L’Etiopia sarà, inoltre, presente a Ipack-Ima e Meat-Tech che si svolgeranno a Rho-Fiera Milano alla fine di maggio. Si tratta delle principali esposizioni di tecnologie e materiali per la lavorazione e l’imballaggio e le forniture per l’industria della carne.