L’Etiopia il progetto di diga sul fiume Gidabo
21 Febbraio 2019

Il primo ministro Abiy Ahmed ha ufficialmente inaugurato il 3 febbraio il progetto di diga sul fiume Gidabo, nella Great Rift Valley. Una diga che avrà una finalità particolare rispetto alle altre del Paese: porterà acqua al servizio dell’agricoltura. La diga si trova a Sud di Addis Abeba, a 17 chilometri a Ovest di Dilla, un importante centro di commercio del caffè. Il bacino del fiume Gidabo è noto per la produzione delle migliori varietà di caffè, la coltura largamente più importante del Paese che coltiva anche cotone, tabacco, semi oleosi, legumi e cereali.
L’agricoltura è la prima voce del Pil etiope e le esportazioni continuano a salire. Se fino a poco tempo fa gran parte degli scambi commerciali avveniva a livello locale e nel 1992 Addis Abeba esportava soltanto 208 tonnellate di prodotti della terra, nel 2000 le tonnellate sono salite a 16mila e nel 2018 sono più che triplicate. A questo ritmo si arriverà a un export di 54mila tonnellate entro la fine del 2019.
La diga, che avrà la capacità di contenere oltre 60 milioni di metri cubi di acqua, è stata concepita per irrigare oltre 13mila ettari di terra e servirà diecimila agricoltori. Inoltre, si stima che aiuterà a creare opportunità di lavoro per oltre 190mila giovani. Il progetto esiste dal 2010, ma è stato rivisto per aumentare la capacità di irrigazione da 7.000 ettari a 13.000 ettari e a questo si deve lo slittamento del progetto.
La diga è situata tra l’Oromia e la regione delle Nazioni, Nazionalità e Popoli del Sud è una regione dell’Etiopia sud-occidentale abitata da oltre 45 gruppi etnici. Secondo il premier, oltre a promuovere l’agricoltura e la pesca, il progetto aiuta anche a promuovere i legami tra i diversi popoli. Ahmed, appartenente all’etnia degli Omoro, ha infatti sottolineato che il suo governo continuerà gli sforzi per creare un’Etiopia pacifica e prospera attraverso la costruzione di progetti simili in tutto il Paese e ha espressamente citato la regione degli Amara – il gruppo etnico più numeroso e che domina la vita politica ed economica del Paese – e quella dei Tigrè, che è tra la regione più a Nord ed è popolata principalmente dai tigrini e dall’etnia Tigrè, presente anche nella confinante Eritrea, con cui l’Etiopia, ponendo fine alle rivendicazioni territoriali, l’8 luglio del 2018 ha firmato una storica dichiarazione che pone fine a un conflitto ventennale.
Ma c’è un’altra commodity su cui punta l’Etiopia per la sua bilancia commerciale ed è l’energia elettrica, specialmente quella proveniente da fonti rinnovabili come l’idroelettrico. Per questo sta portando avanti un piano per la costruzione di un sistema di dighe al servizio della produzione elettrica. Grazie alla dighe di Legadadi, Beles, Gibe I, Gibe II e Gibe III Addis Abeba vende già energia a Kenya, Sud Sudan e Gibuti, ma mira in prospettiva ai mercati del Medio Oriente e dell’Europa. Gibe III rappresenta il completamento del più grande complesso integrato con i precedenti impianti idroelettrici di Gibe I e Gibe II. Gibe IV e Gibe V sul fiume Omo sono in fase di programmazione e chiuderanno il grande progetto della cascata idroelettrica Gibe-Omo.
Il piano energetico nazionale è basato sulla potenza dei fiumi che scorrono sugli altopiani e su cui Addis Abeba ha investito 12 miliardi di euro, un terzo del Pil. Per diventare entro il 2025 la prima nazione africana «carbon free» e arrivare nel 2035 a quota 40mila MW, l’Etiopia ha quasi terminato la costruzione della «Grand Ethiopian Renaissance» sul Nilo Azzurro, nella regione di Benishangul – Gumaz a circa 700 chilometri a Nord Ovest della capitale, che dovrebbe completamente essere operativa entro il 2022, mentre la produzione di energia idroelettrica con le prime due unità dovrebbe cominciare tra due anni, nel 2021. Attualmente è stata costruita per il 65% e una volta ultimata sarà la diga più grande d’Africa. Lunga 1.800 metri, alta 155 e del volume complessivo di 74.000 milioni di metri cubi, avrà due centrali idroelettriche a 16 turbine installate ai piedi dello sbarramento con una potenza complessiva di 6.000 MW e una produzione prevista di 15.000 GWh all’anno. A oggi le esportazioni d’energia prenotate garantiscono introiti annuali di 2 miliardi di euro.
A metà febbraio 2019 la compagnia Ethiopian Electric Power (Eep) ha firmato un contratto del valore di 40 milioni di dollari con China Gezhouba Group (Cggc) per la gestione delle attività di pre-commissioning del progetto della Grande diga della rinascita. L’accordo è stato firmato ad Addis Abeba dall’amministratore delegato di Ethiopian Electric Power, Abraham Belay, e dal rappresentante di Cggc in Etiopia, Wang Yimin. L’intesa consentirà di accelerare il ritmo della realizzazione della diga.