L’Etiopia accelera sul Programma di elettrificazione nazionale
14 Maggio 2019

L’Etiopia accelera sul Programma di elettrificazione nazionale a passa alla fase due nell’obiettivo di dare accesso all’energia a tutti i cittadini entro il 2025. Il programma mira a combinare il sistema on-grid con l’off-grid e delinea il modo in cui il Paese intende raggiungere l’accesso universale all’elettricità. In particolare, l’obiettivo è quello di collegare il 65 per cento della popolazione totale alla rete, mentre il restante 35 per cento avrà la fornitura attraverso servizi off-grid, cioè non collegati alla trasmissione elettrica. Tradotto in numeri, nell’arco dei prossimi sei anni il governo prevede di creare 8,2 milioni di nuove utenze della rete nazionale e di fornire energia ad altri sei milioni di nuove abitazioni attraverso l’off-grid.
In base a quanto dichiarato dal responsabile del ministero dell’Acqua, dell’irrigazione e dell’elettricità (il cosiddetto “MoWIE”) Seleshi Bekele, oltre metà dei sei miliardi di dollari di investimenti diretti previsti dal National Electrification Program per garantire l’accesso universale all’energia saranno destinati alle infrastrutture collegate alla rete.
Nel Nep 2.0, il governo ha fornito un aggiornamento sui progressi conseguiti nell’ultimo anno. Secondo l’aggiornamento, l’Etiopia ha collegato il 44 per cento della popolazione a fonti di energia elettrica: il 33 per cento all’elettrificazione in rete e l’11 per cento a servizi off-grid. Il ministero ha già avviato progetti pilota con le prime mini-reti che danno energia a dodici comunità remote in tutto il Paese. Si tratta del primo aggiornamento del National Electrification Program, lanciato per la prima volta alla fine del 2017 con un quadro programmatico di obiettivi, scadenze, ruoli e responsabilità delle istituzioni.
Al MoWIE si uniranno leader locali del settore ed esperti internazionali per discutere il futuro del programma, compresa l’introduzione di tariffe che riflettano i costi reali, un’ulteriore disaggregazione della generazione e della trasmissione e il miglioramento delle prestazioni delle istituzioni del settore. Queste misure mirano anche ad attrarre ulteriormente la partecipazione dei privati e gli investimenti nelle energie rinnovabili.
Il governo ha già annunciato l’inizio di una gara d’appalto per sei mega progetti solari per un valore di 798 milioni di dollari, con una capacità stimata di circa 750 megawatt (MW). L’attuale generazione di energia è altamente dipendente dall’idroelettrico, che produce 3.800 MW pari all’89 per cento della capacità di generazione totale e la crescita economica comporterà un aumento della domanda di energia elettrica nei prossimi anni.
Per identificare possibili criticità e suggerire misure correttive è stato lanciato da Ethiopia Electric Power e da RES4Africa lo studio “Integration of Variable Energy on the National Electric System”, che valuterà anche la quantità ottimale di energia rinnovabile da integrare nel sistema etiope tra il 2025 e il 2030.
Lo scopo è quello di ottenere un mix energetico più equilibrato tra energia solare, energia eolica e geotermica che diversifichi la sicurezza dell’approvvigionamento. Il piano prevede di installare capacità di energia eolica per 2.400 MW e fotovoltaica per 3.500 MW entro il 2025, con altri 3.600 MW dal vento e 5.300 MW dal sole entro il 2030.
Addis Abeba ha l’ambizione di diventare un esportatore mondiale di energia pulita ed economica e secondo l’Outlook economico 2019 elaborato dall’African Development Bank (AfDB) l’Etiopia ricaverà un miliardo di dollari dall’export entro il 2020. Attualmente, il sistema elettrico etiope è interconnesso con il Sudan e Gibuti per una capacità di trasferimento netta complessiva di 300 MW. L’interconnessione con il Kenya per 2.000 MW è in fase avanzata e una nuova interconnessione con il Sudan aggiungerà altri 3.000 MW. In futuro, il principale Paese importatore dovrebbe essere il Sudan, con il 67 per cento nel 2025 e il 93 per cento nel 2030. L’esportazione verso i Paesi limitrofi in presenza di una capacità aggiuntiva potrebbe portare a benefici netti fino a 1,6 miliardi di dollari nel 2025 e arrivare a 2,4 miliardi nel 2030. Per uno sviluppo ulteriore dell’export di energia, secondo gli esperti il Paese si dovrebbe, però, sviluppare il settore legale e migliorare il quadro giuridico per coinvolgere maggiormente il settore privato.