L’Egitto e l’Eldorado del Triangolo d’Oro
18 Aprile 2017

C’è un’area in Egitto che ha tutte le premesse per essere un vero e proprio Eldorado: è  particolarmente adatta al turismo, contiene la valle più fertile del Paese, ma soprattutto è ricchissima di miniere di metalli preziosi per l’industria. Compresa tra il Nilo e il Mar Rosso, ha la forma di un triangolo e – in virtù delle sue potenzialità di sviluppo – è stata chiamata “Triangolo d’Oro”. The Golden Triangle è anche il nome del progetto economico che il governo di Abdel Fattah al Sisi ha deciso di promuovere e che, in questi mesi, sta entrando nel vivo. Si tratta di uno dei progetti chiave su cui Il Cairo punta per sostenere la ripresa economica del Paese. La porzione di terra, destinata a diventare un’area economica speciale, è situata nell’Alto Egitto ed è compresa tra la città di Qena nell’entroterra, Sohag lungo il Nilo, i porti del Mar Rosso di Safaga e Hamrawein e la località di El-Quseir sulla costa. I suoi 6.000 chilometri quadrati saranno interessati da interventi volti a migliorare il territorio anche a livello di infrastrutture. L’area avrà tutte le caratteristiche necessarie – fonti d’acqua, strade ed elettricità – per far sviluppare l’economia ma anche nuove aree urbane: in base alle previsioni, la comunità locale dovrebbe crescere dall’attuale numero di 900mila persone a oltre due milioni entro una trentina di anni.

Il progetto di sfruttamento prevede lo sviluppo di diversi settori: agricoltura, turismo, commercio e industria, soprattutto quella estrattiva. Dal punto di vista turistico, l’area è considerata di particolare rilievo, perché si trova sull’antica strada di pellegrinaggio che porta a La Mecca, con numerose testimonianze storiche lungo il cammino. Dal punto di vista agricolo, all’interno dell’area è presente la Valle di Qena, considerata la valle più grande d’Egitto. La zona, oltre a essere piovosa, ha vasti terreni coltivabili ed è particolarmente adatta per creare progetti di acquacoltura, soprattutto nella zona di Safaga, dove è presente un variegato numero di pesci.

Ma è soprattutto nell’industria estrattiva che il governo conta di sfruttare le potenzialità economiche maggiori. Si tratta, infatti, dell’area più ricca di risorse minerali dell’Egitto, con il 75% del totale. La regione è ricca di minerali metallici e non, come ferro, rame, oro, argento, granito e fosfati. Il Triangolo d’Oro offre la possibilità di sfruttare il fosfato per i progetti di fertilizzanti, materie prime per l’industria del cemento da scisti e calcare, minerali d’oro e la produzione di benzina da scisti bituminosi.

Il progetto, già in cantiere da tempo, è stato riportato di attualità nell’estate del 2015, quando le autorità egiziane hanno promulgato una legge che regola le estrazioni minerarie con lo scopo di permettere di sfruttare in modo efficace le risorse del Paese. Per ottimizzare i ritorni economici, il governo intende cambiare le regole sulla locazione dei terreni, snellire le procedure per le concessioni sui terreni nell’area del Triangolo e accelerare le procedure per gli studi di fattibilità. A fine gennaio il governo ha approvato una legge per istituire un’autorità speciale per sviluppare l’area. L’Autorità è indipendente dalla Autorità egiziana sulle risorse minerarie (Emra). Di recente, è stato deciso di creare un organismo economico indipendente con base a Qena che ha il compito di gestire il Golden Triangle. Un primo master plan del progetto esiste già ed è stato preparato dalla società di consulenza ingegneristica italiana “D’Appolonia” che ha sede a Genova e appartiene al gruppo Rina.

Il progetto sarà finanziato da istituzioni finanziarie internazionali e donatori. Il piano è trentennale, suddiviso in fasi di cinque anni, e prevede investimenti per 18 miliardi di Dollari, con la prima fase di contabilità che vale 5,5 miliardi di Dollari, per tre quarti privati.

L’Egitto sta cercando di consolidare la sua economia incrementando l’afflusso di investimenti stranieri al servizio del rilancio della crescita. Il Triangolo d’Oro è uno dei progetti principali con cui attrarre capitali esteri. Il primo aprile il presidente al Sisi ha approvato il disegno di legge di bilancio e il piano di sviluppo socio-economico per l’anno fiscale 2016-17, che inizierà il primo luglio. Il governo mira a un deficit di bilancio del 9,9% del Pil rispetto all’attuale 11,5% e prevede di raggiungere un tasso di crescita del Prodotto interno lordo pari al 5,2%, in aumento rispetto al +4,4% dell’anno fiscale in corso. Il Pil dovrebbe superare per la prima volta quota 337,9 miliardi di dollari.