Il cotone “oro bianco” dell’Egitto
11 Luglio 2017

L’Egitto è il più importante produttore mondiale di cotone a “fibra lunga”, un cotone particolarmente pregiato che cresce solo nell’area del fiume Nilo.  Da questa piantagione si ottiene un filato morbido molto resistente, in grado di assorbire bene il colore e di renderlo più brillante. Per queste sue caratteristiche uniche, il cotone egiziano è molto ricercato dall’industria tessile ed è rinomato in tutto il mondo. Sin dagli inizi del 1800, è sinonimo di qualità e di lusso.

La produzione e l’esportazione di questo “oro bianco”, una vera e propria commodity che aveva un ruolo vitale dell’economia del Paese, erano state danneggiate dalla rivoluzione del 25 gennaio 2011 che, provocando un vuoto di sicurezza e un allentamento delle normative, aveva causato l’abbassamento della qualità del cotone. Negli ultimi due anni, a seguito del calo della reputazione del cotone egiziano, il governo egiziano ha deciso di adottare misure volte a ripristinare la purezza del seme e la qualità del cotone.

Secondo un’analisi effettuata dalla Central Arbitration and Testing General Organization sulle proprietà fisiche delle fibre di alcune varietà di cotone egiziano, la lunghezza, la forza, la fermezza e il colore sono migliorati nel cotone prodotto nell’anno economico 2016/2017 rispetto a quello prodotto nel 2015/2016. Questo sviluppo ha portato a un aumento della domanda e dei prezzi del cotone egiziano nei mercati locali e internazionali, tendenza che proseguirà per l’anno economico 2017/2018. Al recupero di competitività del cotone egiziano ha contribuito anche la decisione presa dalla Banca centrale all’inizio di novembre di liberalizzare la fluttuazione del tasso di cambio della lira egiziana. Ora, l’industria del cotone egiziano comincia a dare segni di ripresa. I più recenti dati resi noti dall’Agenzia Centrale per i Censimenti e le Statistiche e rilanciati dall’ufficio Ice di Addis Abeba indicano che le esportazioni di cotone egiziano sono aumentate del 63,9% durante il primo trimestre della stagione della semina 2016/2017. Esperti e contadini attribuiscono l’incremento della domanda ai prezzi straordinariamente competitivi raggiunti sul mercato nel biennio 2016/2017 a causa della svalutazione della lira egiziana, nonché alla repressione a livello mondiale del cotone falso, seguita allo scandalo delle supposte contraffazioni della coltura.

L’oro bianco d’Egitto, nel frattempo, ha dovuto affrontare un’altra sfida: la contraffazione. Falso cotone egiziano veniva immesso sui mercati. Nell’agosto del 2016, una catena americana di vendita al dettaglio aveva accusato il colosso tessile indiano Welspun di usare cotone non egiziano e più economico. La notizia è stata ripresa anche dal Guardian, secondo il quale 750mila lenzuola e federe che riportavano la dicitura “cotone egiziano” erano in realtà un falso. Welspun, che vende in oltre 50 Paesi nel mondo, è finita sotto inchiesta.

A seguito di questa notizia, confermata dalla stessa Welspun, i rivenditori, a livello internazionale, hanno cominciato a monitorare più attentamente i loro prodotti etichettati come 100% cotone egiziano, richiedendo ai produttori di fornire certificazioni.

Nel tentativo di reprimere frodi di questo genere e assicurare la qualità, la Cotton Egypt Association ha iniziato a concedere la licenza all’uso del logo del cotone egiziano a fornitori e produttori in tutto il mondo, certificando in tal modo l’autenticità del tessuto attraverso analisi del Dna.

L’Associazione stima che circa il 90% delle forniture globali di cotone egiziano del 2016 era effettivamente contraffatta.

A febbraio 2017, l’Associazione Egiziana per il Cotone ha stipulato un accordo con Welspun finalizzato alla promozione e alla commercializzazione di prodotti in cotone egiziano in tutto il mondo, a seguito della certificazione della filiera. Con tale accordo, le due organizzazioni si impegnano a collaborare per creare programmi per la promozione del logo del cotone egiziano nei mercati al dettaglio di tutto il mondo.