Gli Emirati e il boom del food and beverage
8 Maggio 2019

Dal 27 al 29 aprile a Dubai si è svolto il «The Restaurant Show», manifestazione fieristica dedicata a tutta la filiera della ristorazione a cui hanno partecipato cento aziende tra arredamento, fornitori di attrezzature e macchinari per la cucina e la sala, produttori e distributori agro-alimentari. L’evento, giunto alla terza edizione, ha avuto oltre 5mila visitatori professionali ed è ritenuto d’importanza strategica per gli operatori del settore, in considerazione della crescita esponenziale che l’industria della ristorazione sta conoscendo in Medio Oriente e, in particolare, negli Emirati Arabi Uniti. Qui l’industria del food and beverage è uno dei settori in più rapida crescita: oggi vale circa 13,2 miliardi di dollari e le attese sono per un tasso di crescita annuale dell’8 per cento circa.
Il boom è previsto nel 2020 in occasione dell’Expo di Dubai, con il mercato atteso a 30 miliardi di dollari grazie all’afflusso di circa 25 milioni di turisti che visiteranno l’Esposizione universale. Il sito ospiterà oltre 200 punti vendita di F&B e l’evento dovrebbe generare due miliardi di dirham (quasi 500 milioni di euro) di giro d’affari per il settore, con punte di 85mila pasti serviti in media all’ora. Tra il 10 e il 15 per cento dei punti vendita di F&B rimarrà aperto anche dopo l’Expo come parte di District 2020.
Il trend, anche se non manterrà gli stessi ritmi, non dovrebbe fermarsi e sarà sostenuto dall’aumento della popolazione appartenente alla classe media e dai giovani sempre più attratti da nuove location e ristoranti. La sistematica espansione di una società multi-etnica, giovane e abbiente, accanto al rapido incremento dei tassi di urbanizzazione e al costante aumento dei flussi turistici, continueranno a trainare la crescita dei consumi alimentari negli Emirati Arabi Uniti.
La popolazione è prevista espandersi a un ritmo del 3 per cento all’anno per superare gli undici milioni di abitanti nel 2020, rispetto agli attuali 10,1 milioni. Soprattutto i giovani e la classe lavoratrice stanno progressivamente sviluppando nuovi gusti e preferenze, spingendo la domanda per prodotti alimentari internazionali trasformati. Allo stesso tempo, esiste una frequente crescente a consumare pasti fuori casa quale forma di socializzazione e intrattenimento.
Il mercato della ristorazione locale riproduce prevalentemente le tendenze internazionali, ma a un ritmo molto più veloce, ed è guidato da operatori locali che collaborano con marchi globali. Il gusto è dettato dai grandi chef stellati. Uno dei primi ad approdare negli Emirati è stato Gordon Ramsay, tra i più ricchi e celebri al mondo, inventore del programma Hell’s Kitchen. Oggi con lo staff è al Caesar’s Palace Bluewaters, la sua seconda location in città oltre al Bread Street Kitchen all’Atlantis The Palm di Dubai. Qui arrivò diciotto anni fa quando aprì un ristorante all’Hilton Creek. A febbraio di quest’anno è approdato anche Massimo Bottura, che al W Dubai The Palm ha inaugurato «Torno Subito», la sua prima esperienza all’estero. L’ultima apertura è il «MasterChef, the TV Experience», dal 30 aprile al Millennium Place nella Marina di Dubai.
Anche il take-away e la consegna a domicilio hanno cominciato a entrare nelle abitudini, spinte dal marketing delle piattaforme di ordinazione online.
La crescita dell’industria dei ristoranti dovrebbe accelerare anche in Arabia Saudita grazie al cambiamento dei comportamenti sociali in atto. Ci si attende soprattutto un aumento delle catene che integrano la tecnologia con l’esperienza di consumo e del franchising dei marchi globali. Molti investitori stranieri preferiscono entrare nel mercato con l’aiuto di un player locale e il governo saudita ha adottato misure per incoraggiarli attraverso incentivi a franchisee e franchisor. Inoltre, si prevede che il settore dei servizi alimentari crescerà parallelamente all’aumento della spesa per consumi nei prossimi anni, raggiungendo circa 136 miliardi di dollari nel 2020.