Dal 15 al 18 gennaio 2018 ad Abu Dhabi si terrà il World Future Energy Summit. L’evento di livello mondiale per il progresso delle energie rinnovabili e delle tecnologie pulite a cui parteciperanno esperti e investitori provenienti da 175 Paesi è particolarmente atteso in quanto segue l’annuncio – avvenuto a gennaio 2017 – del “Piano energetico degli Emirati Arabi 2050″. In un’era che va verso il low-carbon e con il prezzo del petrolio in calo, anche gli Emirati Arabi Uniti studiano vie alternative in chiave di sostenibilità finanziaria e ambientale.
Con il Piano, gli EAU puntano a soddisfare il 44% del fabbisogno energetico del Paese da fonti rinnovabili, con un mix energetico composto anche dal gas naturale per il 38%, da fonti fossili per il 12% e dal nucleare per il 6%. A questo scopo investiranno 600 miliardi di Dirham (ovvero circa 163 miliardi di Dollari) in progetti di energia green. Il Piano stima che il passaggio all’energia verde consentirà di risparmiare 191 miliardi di Dollari entro il 2050.
Gli EAU, che hanno una superficie di circa 83.000 kmq (3,5 volte meno dell’Italia) e hanno attualmente il petrolio come fonte principale del Pil, procedono verso gli obiettivi di metà secolo. Nel giugno scorso Dubai ha annunciato il progetto “Mohammed bin Rashid Al Maktoum Solar Park”, che prevede la costruzione di un impianto solare termodinamico a singolo sito che sarà il più grande del mondo. Produrrà a meno di 8 centesimi di dollaro al kWh ed entro il 2021 avrà in funzione il primo modulo da 200 MW di potenza. L’obiettivo è di arrivare a 1 GW entro il 2030, anno nel quale gli Emirati puntano di avere un 25% di generazione elettrica da fonti rinnovabili. Dubai in particolare punta a diventare un hub globale per l’energia pulita e l’economia verde e a generare il 75% della potenza totale di da fonti di energia pulita entro il 2050.
Sempre in quest’ottica, l’aeroporto internazionale di Abu Dhabi è il primo (e finora unico) in Medio Oriente ad aver aderito a un’iniziativa globale per promuovere la sostenibilità nel settore dell’aviazione, la Dichiarazione sulla sostenibilità degli aeroporti (Airports Sustainability Declaration), un’iniziativa avviata dall’aeroporto di Amsterdam Schiphol che risponde agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, a Cop21 e alla convenzione dell’Icao sulla riduzione delle emissioni del trasporto aereo.
Gli Emirati spingono verso la sostenibilità e il World Future Energy Summit, che rientra nella settimana della sostenibilità di Abu Dhabi (Adsw), sta svolgendo un ruolo fondamentale nel mantenere lo slancio in avanti che il settore delle energie rinnovabili ha visto negli ultimi anni ed è diventato un evento per il dibattito e la collaborazione ad alto livello, con esponenti di governo e big dell’industria. È prevista la presenza, tra gli altri, del Ministero dell’Energia, dell’Autorità per l’elettricità e l’acqua di Dubai (Dewa), dell’Autorità per l’acqua e l’elettricità di Abu Dhabi (Adwea), della Camera di commercio di Abu Dhabi, della Emirates Global Aluminium ed Emirates Nuclear Energy Company e di gruppi quali GE, Total e Siemens.
Il Summit sarà l’occasione per scoprire soluzioni e innovazioni in grado di cambiare il modo in cui l’energia viene creata, immagazzinata e consumata seguendo la tendenza che riguarda tutti i mercati energetici: la digitalizzazione e le tecnologie disruptive, comprese le auto elettriche e le “città intelligenti”. Le tecnologie pulite saranno discusse anche durante l’evento interno al Summit “Climate Innovation Exchange” (Clix) che ha attratto più di 250 start-up di tutto il mondo interessate a presentare le loro soluzioni per il cambiamento climatico.
La domanda di energia rinnovabile cresce e dà una spinta economica per il Medio Oriente e il Nord Africa. Entro il 2020, l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (Irena) ha previsto che la regione MENA sia destinata ad attrarre 35 miliardi di dollari di investimenti.
Fonti: Ice, quale energia, www.arabianaerospace.aero
