Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita studiano la cripto valuta comune
7 Gennaio 2021

L’Autorità monetaria saudita (SAMA) e la Banca centrale degli Emirati Arabi Uniti (CBUAE) hanno annunciato di avere concluso lo studio per lo sviluppo congiunto di una valuta digitale comune che sfrutta la tecnologia blockchain. Il progetto si chiama «Aber» e lo scopo è quello di studiare la fattibilità e l’utilità di un sistema di pagamento transfrontaliero finalizzato a ridurre i costi e i tempi di trasferimento fra le banche dei due Paesi del Golfo, ma anche l’efficacia della tecnologia blockchain al settore dei pagamenti. Il nome Aber è stato scelto perché la parola araba vuol dire “attraversare i confini” e il significato unisce sia la natura transfrontaliera del progetto sia la speranza che possa anche oltrepassare i confini in termini di utilizzo della tecnologia. Lo sforzo combinato di due banche centrali nello studio di una cripto-valuta pilota tipo è tra i primi nel suo genere.
Lanciato a gennaio del 2019, il progetto è ora approdato alla fase di valutazione finale, contenuta in un report pubblicato a fine novembre del 2020 e che è stato annunciato con una dichiarazione congiunta dai istituti centrali. «SAMA e CBUAE hanno espresso la loro soddisfazione per i risultati raggiunti, le visioni condivise e le preziose lezioni apprese. Si ritiene che i risultati siano vantaggiosi per la comunità della banche centrali e per il sistema finanziario in generale. In particolare, i risultati del rapporto dovrebbero contribuire a sviluppare chiare percezioni del potenziale di questa tecnologia e delle sue applicazioni al settore finanziario».
Suddiviso in tre fasi distinte che hanno progressivamente ampliato la portata del processo a sei diverse banche commerciali, il rapporto rileva che il progetto ha utilizzato una valuta digitale supportata da denaro reale al fine di forzare una «maggiore considerazione» delle questioni relative alla sicurezza e ai sistemi di pagamento esistenti.
Il rapporto conclude che una valuta digitale congiunta a doppia emissione è «non solo tecnicamente fattibile» per i pagamenti transfrontalieri, ma che presenta «un miglioramento significativo rispetto ai sistemi di pagamento centralizzati in termini di resilienza architettonica».
In fase di studio, il progetto Aber ha superato tutti gli ostacoli: «I requisiti chiave sono stati tutti soddisfatti, compresi quelli più complessi in materia di privacy e decentralizzazione, nonché i requisiti relativi alla mitigazione dei rischi economici, come la visibilità dell’offerta di moneta e la tracciabilità della banca centrale della valuta emessa».
Si spera che il progetto fungerà da base per ulteriori studi e applicazioni condotti dalle banche centrali e dalle organizzazioni internazionali competenti, con focus in particolare sui potenziali effetti sulle politiche monetarie e sulla stabilità del settore finanziario, nonché sull’impatto di varie possibilità tecniche nel settore in generale.
Negli ultimi mesi anche altre banche centrali si sono mosse per studiare la fattibilità delle cripto-valute. La Cina ha di recente rilasciato una guida normativa che legittima uno yuan digitale, il Regno Unito ha analogamente iniziato a redigere regolamenti e proporre ricerche su una possibile moneta virtuale, mentre il Brasile ha dichiarato che si doterà di una valuta simile.