L’Egitto estende il servizio sanitario pubblico a tutti i cittadini e dà il via alla prima fase della creazione di un sistema universale. Ma non solo. Punta anche sulla sanità privata con la costruzione di un hub dotato di centri di eccellenza al servizio della nuova capitale amministrativa.
Annunciato un anno fa dal presidente al-Sisi, il sistema sanitario universale è partito a Porto Said il primo luglio con una fase pilota che durerà fino al primo settembre. Come ha dichiarato la ministra della Salute e della Popolazione Hala Zayed, sarà esteso a tutti i governatorati del Paese entro il 2032 con un cronoprogramma in sei fasi. Durante la fase pilota, il sistema comincerà a fornire servizi medici di qualità e a costruire la banca dati con la registrazione degli utenti. A regime, offrirà nuove specialità quali la cardio-chirurgia a cuore aperto, la nefrologia, il trapianto di midollo osseo, la neurologia e la micro-chirurgia.
Il nuovo sistema sarà introdotto in sei fasi. La prima fase, che dura fino al 2020, comprende anche Suez, Ismailia, Sinai del Nord e del Sud. La seconda fase, dal 2021 al 2023 toccherà nei governatorati di Assuan, Matrouh, Qena, Luxor e Mar Rosso. La terza fase dal 2024 al 2026 Beheira, Alessandria, Sohag, Kafr el-Sheikh e Damietta. La quarta dal 2027 al 2028 Asyut, New Valley, Minya, Beni Suef e al-Fayoum. La quinta dal 2029 al 2030 Dakahlia, Gharbiya, Sharqiya e Menoufia. La sesta e ultima fase coprirà il Cairo, Giza e Qalioubiya e sarà tra il 2031 e il 2032.
Il primo ministro Mustafa Madbouli ha descritto il nuovo sistema come “uno dei progetti nazionali più importanti”. Il nuovo sistema, che sostituisce quello vecchio risalente agli anni ’60, copre tutti i cittadini: lo Stato sosterrà le spese mediche dei bisognosi, mentre i lavoratori contribuiranno versando l’1 per cento del reddito totale. Ma per finanziarlo saranno necessarie anche nuove tasse. Le aziende pubbliche e private di qualsiasi dimensione dovranno pagare una tassa dello 0,25% sulle entrate mentre per le aziende alimentari e farmaceutiche la tassazione sarà doppia (0,5 per cento).
Altri mezzi di finanziamento saranno le tasse per il rilascio e il rinnovo delle patenti di guida, i pedaggi autostradali e una tassa sul fumo: 0,75 lire egiziane sui pacchetti di sigarette e il 10% sui prodotti del tabacco. Inoltre, la riduzione dei sussidi sul carburante ha consentito un risparmio di circa 2,8 miliardi di dollari per lo Stato egiziano nell’anno fiscale 2018-2019 terminato lo scorso 30 giugno. Il ministro delle Finanze egiziano, Mohamed Maait, ha riferito che il denaro risparmiato sarà utilizzato per i programmi sanitari, oltre che per la giustizia sociale, l’istruzione e l’aumento generale dei salari. Lo scorso 5 luglio il governo egiziano ha annunciato un ultimo taglio ai sussidi sui carburanti.
Man mano che la popolazione egiziana cresce e le politiche governative estendono il numero di cittadini che hanno accesso al servizio sanitario, le richieste di servizi e spazi ospedalieri aumenteranno, creando opportunità anche per il privato. Dati recenti della Banca Mondiale stimano che dal 2012 l’Egitto disponga di 1,6 posti letto ospedalieri per mille abitanti rispetto a un rapporto di 2,3 della Tunisia e di 2,7 della Turchia. Con un tasso di natalità pari al 3,31 la domanda di servizi è destinata a salire e il governo, infatti, sta aumentando la spesa pubblica per la sanità: 98,7 miliardi di lire egiziane (5,3 miliardi di euro) nell’anno fiscale 2018-2019.
Diverse società immobiliari stanno studiando il settore sanitario, che in prospettiva dovrà prevedere nuove strutture e nuovi posti letto. Un progetto già in cantiere, che dovrebbe partire entro la fine dell’anno, prevede la costruzione di una cittadella medica a fianco della nuova capitale amministrativa. L’hub medico sarà del livello più alto possibile e includerà tre ospedali: uno generale, uno pediatrico e uno per la maternità. Ogni ospedale si estenderà su un’area di 20mila metri quadrati.
Egitto, nasce il sistema sanitario universale e un nuovo super hub medico
17 Luglio 2019