Lo sviluppo del giacimento di Zohr, nell’offshore egiziano, «sta procedendo in modo molto rapido, in linea con le aspettative, e l’avvio della produzione è confermato alla fine del 2017». Lo ha annunciato l’Eni in una nota a inizio gennaio, in cui dava notizia di un incontro tra l’amministratore delegato Claudio Descalzi e il presidente della Repubblica d’Egitto Abdel Fattah el-Sisi avvenuto al Cairo il 4 gennaio. Zohr, situato nella concessione di Shorouk, è stato scoperto da Eni nell’agosto del 2015 ed è il più grande giacimento di gas naturale del Mediterraneo, con un potenziale complessivo a 850 miliardi di metri cubi.
Il mega giacimento di gas con la sua grandezza ha tutte le premesse per modificare gli assetti geopolitici legati all’energia. Nel dicembre scorso l’Eni, che è presente in Egitto dal 1954 dove opera attraverso la controllata IEOC ed è il player principale del Paese con una produzione pari a circa 230.000 barili di olio equivalente al giorno, ha concordato la cessione a Rosneft di una quota del 30% (per 1.125 milioni di dollari e il rimborso pro quota degli investimenti già effettuati) nella concessione di Shorouk nella quale si trova il giacimento super-giant a gas di Zohr. La Russia, attraverso la sua principale società petrolifera, entrerà ufficialmente nel risiko energetico per il controllo delle risorse del Mediterraneo orientale. Rosneft, che ha ceduto il 20% delle proprie azioni a un consorzio paritario composto dalla Glencore e da un fondo sovrano del Qatar, è saldamente controllata dallo Stato russo. Eni aveva già ceduto il 10% ai britannici di BP. L’accordo con i russi prevede un’opzione per l’acquisto di un’ulteriore 5% di partecipazione.
L’altro settore su cui l’Egitto ha deciso di incrementare gli investimenti è quello delle energie rinnovabili per ottenere un mix energetico meno legato alle fonti inquinanti. Il ministro dell’Ambiente egiziano, Khaled Fahmy ha chiesto l’accelerazione dei tempi per la messa in atto del programma “Africa Renewable Energy Initiative” (Arei). Il programma è finalizzato alla costruzione di impianti alimentati da energia rinnovabile su larga scala nel continente africano entro il 2020, e sarà reso possibile grazie al contributo di investitori esteri. Anche in questo campo, a lavorare assieme con le autorità egiziane per far crescere le rinnovabili sarà l’Eni che partirà con la realizzazione, stimata entro dicembre 2017, di una centrale fotovoltaica da 50 MWp nella zona del Sinai.