Le criticità e gli strumenti di tutela per gli acquirenti dei crediti da bonus edilizi alla luce del Decreto Antifrodi e del recente Aiuti-bis, e delle Circolari 23/E e 33/E del giugno ed ottobre 2022
11 Ottobre 2022

I bonus edilizi del c.d. “Decreto Rilancio” hanno avuto una eccezionale diffusione, grazie all’attribuzione di una detrazione in taluni casi superiore al costo delle opere da realizzare ed alla possibilità di commercializzare facilmente quella stessa detrazione sotto forma di credito d’imposta.

Ne è derivato un vero e proprio mercato, nel quale sono entrati importanti player finanziari che hanno acquistato a sconto ingenti quantitativi dei suddetti crediti anche attratti dalle tutele previste dalla normativa e dalla prassi della c.d. “prima ora”. Tale mercato ha però attratto anche vere e proprie organizzazioni criminali, che sfruttando una normativa evidentemente lacunosa e caratterizzata da modalità di circolazione fin troppo flessibili, hanno immesso sul mercato enormi quantitativi di crediti d’imposta “inesistenti”.

Il legislatore è tardivamente corso ai ripari con le correzioni introdotte nel c.d. “Decreto Antifrodi”, ed anche l’Agenzia delle Entrate – dalla linea del fronte – ha progressivamente ristretto, in via interpretativa (Circolare 23/E del 23 giugno 2022), quelle garanzie (per i cessionari) che avevano decretato, nella prima fase, il successo dell’agevolazione. L’improvviso blocco del mercato ha determinato l’ennesima giravolta, con il legislatore (del c.d. “Decreto Aiuti-bis”) e l’Amministrazione (Circolare del 6 ottobre 2022, n. 33/E) nuovamente intenti a rassicurare i cessionari, nel tentativo di riavviare un mercato che aveva subito una brusca frenata per effetto dei precedenti interventi.

Il nostro Focus Team Contenzioso tributario tratteggia un breve quadro del flusso innanzi descritto, per poi proporre alcune brevi riflessioni sui principali aspetti critici e sugli strumenti di tutela oggi a disposizione dei contribuenti nel documento disponibile qui.