La Corte di Cassazione è spesso chiamata a pronunciarsi sia sotto il profilo tributario che penale sull’utilizzo di fatture per operazioni soggettivamente inesistenti.
Tuttavia, l’inquadramento ed il conseguente trattamento del fenomeno, nelle due sedi, non è coerente, con effetti preoccupanti soprattutto sul versante penale.
Cosa caratterizza la soggettiva inesistenza?
Dove si insinua il cortocircuito interpretativo tra giurisdizione tributaria e penale?
Quale la miglior difesa in caso di contestazione?
Il nostro Focus Team Contenzioso tributario sintetizza questi temi nel documento disponibile qui.