Con tre recenti pronunce depositate lo stesso giorno, la Corte di Cassazione ha rivisto la propria precedente posizione sull’irrilevanza della distinzione tra credito d’imposta “inesistente” e “non spettante”.
L’approccio della Suprema Corte offre un’interpretazione della distinzione in oggetto (formalizzata nell’art. 13, comma 5 d.lgs. 471/1997 ad opera del d.lgs. 158/2015) contraria all’attuale posizione dell’Agenzia delle Entrate, confinando il concetto di “inesistenza” in relazione all’utilizzo di crediti “non reali” o “non veri” (nel senso comune di tali espressioni) o la cui formale esistenza sia connotata da aspetti di fraudolenza (giustificata, cioè, da falsa documentazione).
Il nostro Focus Team Contenzioso tributario esamina il nuovo orientamento della Corte di Cassazione nel documento disponibile qui.