L’Egitto chiama l’Italia sull’energia per un “approccio integrato”
27 Febbraio 2018

Le relazioni “energetiche” tra Italia ed Egitto sono destinate a rafforzarsi. L’agenzia stampa ufficiale Mena ha dato conto di un incontro avvenuto al Cairo a inizio febbraio fra il Ministro dell’Elettricità egiziano Mohamed Shaker e rappresentanti di società italiane del settore dell’energia e dell’ambiente alla presenza dell’ambasciatore italiano, Giampaolo Cantini. Shaker ha presentato alle delegazioni piani di sviluppo del settore elettrico del suo Paese e si è dichiarato pronto ad aprire canali di comunicazione fra le società italiane e le parti coinvolte egiziane per aumentare le opportunità di investimento in Egitto, in particolare nella nuova capitale amministrativa che sta nascendo tra il Cairo e Suez.

Il programma di sviluppo sarà basato su un meccanismo di aste competitive e il ministro ha citato in particolare i settori «waste to energy», «storage», «smart meters» e illuminazione pubblica a led, auspicando interventi italiani in termini di innovazione e investimenti. Il ministro inoltre avrebbe incoraggiato il coinvolgimento sul mercato egiziano di aziende italiane multiutilities, quelle con un approccio integrato di cui l’Egitto non dispone.

L’Egitto sta passando da uno stato di deficit a uno di surplus nella generazione di energia attraverso un mix di nucleare, carbone, rinnovabili, ma soprattutto gas. E questo grazie alla scoperta fatta nell’agosto del 2015 dall’Eni di Zohr, l’enorme giacimento di gas naturale sotto il fondo del mare poco al largo della costa egiziana. Il gruppo italiano, che ha il 60% della società dopo aver ceduto il 35% alla compagnia petrolifera controllata dal governo russo Rosneft (la quale ha appena annunciato che nei prossimi tre anni investirà due miliardi di dollari nello sviluppo di Zohr), ha cominciato a produrre con un anno di anticipo rispetto ai tempi previsti nel mese di dicembre 2017, quando il gas ha cominciato ad arrivare a Port Said. Il Paese è così appena entrato in una nuova fase della sua storia. Il giacimento Zohr è così ricco da poter soddisfare non soltanto l’intera richiesta di energia del Paese, ma anche di permettere all’Egitto di diventare esportatore.

Secondo il Financial Times l’Egitto raggiungerà per la prima volta l’indipendenza energetica totale entro diciotto mesi. Vale a dire che non soltanto cesserà di importare il gas che gli serve per il fabbisogno nazionale, ma comincerà ad averne così tanto da diventare produttore ed esportatore verso i Paesi esteri. Per il governo egiziano ci potrebbe volere un po’ meno tempo: entro la fine dell’anno «speriamo di raggiungere l’autosufficienza», ha infatti dichiarato in gennaio il Ministro del Petrolio, Tarek Al-Molla. Secondo il governo, grazie a Zohr che consentirà all’Egitto di interrompere l’importazione di gas naturale liquefatto, l’Egitto potrà risparmiare 230 milioni di dollari al mese.

Nel frattempo proseguono le attività in altri giacimenti. Entro giugno la Egyptian Natural Gas Holding Company (Egas) indirà una gara d’appalto per la ricerca di gas in nove concessioni offshore e onshore. La compagnia energetica egiziana Petrobel, joint venture tra l’egiziana Egpc e Ieoc (sussidiaria di Eni) ha annunciato la futura perforazione e la messa in funzione nell’anno fiscale 2018-2019 (che inizierà a partire dal primo luglio 2018) di cinque pozzi nel giacimento offshore a gas di Baltim South West. Secondo quanto riferito dal presidente di Petrobel, il nuovo anno fiscale vedrà lo sviluppo del giacimento Baltim South West per realizzare la perforazione di cinque pozzi e portarli in funzione già entro il primo luglio 2019. Sarà inoltre ampliato un gasdotto per collegare il terminale di trattamento del gas di Abu Madi nel Delta del Nilo all’impianto di al Gamil a Port Said e ricevere il flusso che giungerà da Baltim South West. Inoltre, Abu Qir Petroleum Company, joint venture tra l’azienda italiana a controllo francese Edison e l’egiziana Egpc, prevede di perforare un pozzo esplorativo al largo di Sidi Salem presso la concessione offshore di North Abu Qir.