L’Etiopia e la gara per la nuova diga sul fiume Didessa
4 Giugno 2018

L’Etiopia accelera sulla produzione di energia rinnovabile. La compagnia elettrica etiope Ethiopian Electric Power (Eep) ha annunciato la pubblicazione di una gara rivolta ad aziende interessate a sviluppare un progetto idroelettrico su un affluente di sinistra del Nilo Azzurro, il fiume Didessa, che scorre nella regione di Oromia nell’Ovest del Paese.
A darne notizia sono i media specializzati, dai quali si apprende che la gara riguarda il finanziamento, la progettazione, la fornitura, la costruzione, la messa in opera, la gestione e poi il trasferimento di un progetto idroelettrico con capacità installata di 550 megawatt e capacità di generazione annua di 5.580 GWhr. In base a quel che viene reso noto, la Ethiopian Electric Power siglerà un accordo di acquisto d’energia a lungo termine di lungo termine con i vincitori del bando che scade il 12 giugno 2018 per l’intera capacità e produzione elettrica dei progetti.
I progetti in esame sono descritti dettagliatamente nei rispettivi studi di ricognizione o di fattibilità insieme al Power Purchase Agreement e all’accordo di attuazione. Gli offerenti possono essere joint-venture, consorzi, società straniere in associazione che dimostrino di avere esperienza tecnica e capacità finanziaria nello sviluppo idroelettrico, nelle modalità di contratto Purchase power agreement. Le offerte devono essere consegnate entro il 12 giugno 2018 alle 14 ora locale e devono essere accompagnate da una garanzia di offerta pari a 3.000.000 di dollari americani.
Circa un anno fa Addis Abeba ha ricevuto un credito da parte dell’Ida (International Development Association, un istituto della banca Mondiale) in varie valute per finanziare il rafforzamento della rete elettrica.
L’Etiopia punta molto sull’idroelettrico per imporsi come leader nella produzione di energia in Africa e si è posta come obiettivo quello di aumentare la capacità di produzione elettrica nazionale fino a 17.300 megawatt entro il 2020. La natura è dalla sua parte: il territorio è costituito in gran parte da un altopiano ricco di fiumi, con picchi che arrivano fino a 4.500 metri. Il Nilo azzurro, che fornisce l’80 per cento delle acque al Grande Nilo, nasce qui. La presenza di numerosi corsi d’acqua e il terreno accidentato fanno del Paese un luogo ideale per costruire centrali idroelettriche.
Nel dicembre 2016 il governo ha inaugurato la diga Gibe III, che ha iniziato a produrre energia dall’ottobre precedente aumentando progressivamente il numero dei generatori operativi. Lo sfruttamento del fiume Omo, che è lungo 760 chilometri, prosegue: il governo etiope ha commissionato a Salini-Impregilo anche la costruzione di Gibe IV, che avrà una potenza installata di1472 MW e a cui seguirà la più piccola Gibe V. Sommando le potenze installate dei cinque elementi di Gibe, la capacità produttiva sarà di oltre 4600 MW, quattro volte superiore al consumo interno dell’Etiopia. Una potenza destinata a moltiplicarsi ancora quando sarà completata la Diga della Rinascita sul Nilo Azzurro. La cosiddetta “Grande diga del rinascimento etiope” sorgerà sul Nilo Azzurro e a costruirla sarà ancora la multinazionale italiana Salini Impregilo. Lunga 1,8 chilometri e alta 155 metri, sarà la più grande struttura di questo genere in Africa e sosterrà la maggiore centrale idroelettrica del continente: 6.000 megawatt, una potenza pari a tutta quella installata in tutta l’Africa orientale.
Tra gli progetti c’è quello della diga idroelettrica di Koysha con una potenza installata di 2.160 MW (appaltata sempre a Salini Impregilo a fine maggio 2016) e impianti idroelettrico a Geba nella regione di Amhara con capacità di 385 Mw e a Tams nella regione di Oromia con capacità di 1.700 Mw.
La gestione del corso dei fiumi della regione, e in particolare degli effetti che avrà sul Nilo, è controversa. L’Egitto e il Sudan temono una riduzione dell’acqua a loro disposizione e ripercussioni sull’agricoltura.