L’Egitto e la doppia promozione del Fondo Monetario Internazionale e di S&P
4 Giugno 2018

L’Egitto è il Paese del Nord Africa che crescerà di più quest’anno. Secondo le stime pubblicate il 18 aprile dal Fondo Monetario Internazionale (Fmi), l’economia del Cairo aumenterà in termini reali del 5,2 per cento nel 2018, rispetto al 4,2 per cento del 2017, mentre la stima per il 2019 è del 5,5 per cento. La ripresa dell’Egitto ha continuato ad accelerare nel 2017/18. Il disavanzo delle partite correnti è diminuito grazie alla ripresa del turismo e all’aumento delle rimesse dall’estero, mentre il miglioramento della fiducia degli investitori stranieri ha continuato a sostenere gli afflussi di capitali. E secondo il Fmi, escludendo il pagamento per gli interessi sul debito, Il Cairo dovrebbe raggiungere l’avanzo di bilancio primario nel 2017/18 mentre il debito complessivo dovrebbe diminuire per la prima volta negli ultimi dieci anni.
Grazie a queste previsioni e ai risultati che stanno portando le riforme, l’Fmi potrebbe concedere presto un’altra tranche di prestiti. Prima di sbloccare altre risorse, il Fmi effettua una revisione due volte l’anno per valutare l’impegno del governo egiziano nella realizzazione delle misure previste dal programma di riforma. Al termine della visita dei funzionari di Washington al Cairo durata dal 2 al 17 maggio, è stato raggiunto un pre-accordo che dovrà essere approvato dal Consiglio esecutivo del Fmi. Il completamento della revisione renderebbe disponibili circa 2 miliardi di Dollari, portando il prestito elargito finora a 8 miliardi di Dollari. “L’Egitto ha iniziato a raccogliere i frutti del suo ambizioso e politicamente complesso programma di riforme economiche”, ha dichiarato Subir Lall, capo della squadra di funzionari del Fmi che hanno compiuto la revisione. “Mentre il processo ha richiesto sacrifici a breve termine, le riforme sono state fondamentali per stabilizzare l’economia e gettare le basi per una crescita forte e sostenuta che migliorerà gli standard di vita per tutti gli egiziani”.
Il Governo, poco dopo aver liberalizzato il cambio della valuta nel novembre del 2016, ha ottenuto un prestito di 12 miliardi dal Fmi e ha lanciato un programma di austerità che comprendeva tagli ai sussidi. A dicembre 2017, Il Cairo ha ricevuto la terza tranche del prestito da 2 miliardi. Il primo vice direttore generale del Fmi, David Lipton, ha detto che l’Egitto deve ora creare le condizioni per far crescere l’attività economica privata e per aumentare l’occupazione. Come esempi, Lipton ha citato l’Indonesia, il Messico e l’India, Paesi in cui gli sforzi di riforma hanno rafforzato il settore privato ponendo fine al clientelismo e ai monopoli governativi, incoraggiando la concorrenza e aumentando la rete di sicurezza sociale. Inoltre, ha aggiunto che l’Egitto avrà bisogno di rendere più flessibile il mercato del lavoro e di ridurre le barriere non tariffarie e le protezioni per le industrie nazionali.
L’Egitto per l’anno fiscale 2018/19 punta a un tasso di crescita del 5,8 per cento del Pil e a ridurre il tasso di disoccupazione tra il 10 e l’11 per cento. Secondo i dati dell’istituto statistico Central Agency for Public Mobilization and Statistics, il tasso di disoccupazione è sceso all’11,8% nel 2017, dal 12,5% nel 2016. Il Cairo spera di ridurre il deficit di bilancio all’8,4% del Pil nel 2018/19, di raggiungere un avanzo primario del 2% e di ridurre il debito pubblico portandolo al 91% del Pil. Il governo cerca infine di ottenere un tasso di inflazione del 10%, rispetto al 13% dello scorso marzo. Il tasso di inflazione ha toccato il record del 33% a luglio 2017 dopo il deprezzamento della sterlina egiziana.
Ma c’è un altro fatto che sembra indicare come l’Egitto sia sulla strada giusta per la ripresa economica: l’11 maggio S&P ha alzato il rating sovrano del Cairo a B da B- e ha portato l’outlook da positivo a stabile, citando “il tasso di cambio più competitivo del Paese, l’aumento della produzione interna di gas e l’aumento delle esportazioni.” Secondo l’agenzia di rating, le riforme economiche e fiscali in corso aumenteranno la fiducia delle imprese e gli afflussi di capitali.