L’Egitto e i prodotti Igp, la cooperazione dell’Italia
10 Settembre 2018

Anche l’Egitto avrà i suoi prodotti Igp. Il 12 luglio, attraverso il Programma comune dell’Unione europea per lo sviluppo rurale, è stata lanciata un’iniziativa per promuovere i prodotti a indicazione geografica. Finanziata da Bruxelles, che ha stanziato 1,2 milioni di euro, l’iniziativa porta la firma italiana: sarà infatti portata avanti dall’Aics, l’agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo.
Il progetto per l’indicazione geografica protetta si concentrerà sulle colture di datteri, olive e uva nel governatorato di Matruh, nella parte occidentale del Paese. Qui l’Aics ha già sviluppato progetti per la valorizzazione delle colture principali: olio d’oliva e fichi. A livello di strutture, l’agenzia italiana ha offerto un supporto alla gestione sostenibile delle risorse naturali nelle zone aride delle terre agro-pastorali attraverso la riabilitazione di tre chilometri di Wadi e la costruzione di 30 cisterne, serbatoi e altri dispositivi per la raccolta dell’acqua piovana. Inoltre, ha dato assistenza tecnica per migliorare le pratiche agronomiche con l’obiettivo di aumentare le rese. Nel governatorato di Matruh è stato realizzato il 70 per cento dei progetti.
“L’applicazione dell’indicazione geografica farà aumentare il valore dei prodotti egiziani”, ha dichiarato Ismail el Faramawi, agronomo presso l’Aics. “L’Aics progetta di sviluppare circa 283 ettari di coltivazioni di datteri affinché ottengano il riconoscimento di indicazione geografica”, ha detto El Faramawi. A tal fine, l’esperto dell’Aics ha annunciato che “forniremo agli agricoltori competenze e uno stanziamento fino a 9 milioni di sterline egiziane”, pari a circa 430 mila euro. L’Italia, ha proseguito El Farmawi, “è già riuscita a sviluppare 800 chilometri di terreni a Matruh nel quadro delle iniziative per la meccanizzazione dell’agricoltura, scavando 500 cisterne, più di quelle inizialmente previste”. Si prevede inoltre la realizzazione di “altre 270 cisterne”. Per quanto riguarda le iniziative future, El Faramawi ha rivelato che “sono in corso di valutazione otto progetti nei settori dell’agricoltura, della formazione tecnica e dell’emancipazione delle donne con particolare attenzione ai governatorati dell’Egitto meno sviluppati”.
L’Italia ha investimenti per 56 milioni di euro in progetti nel settore agricolo dell’Egitto. Tra i 13 e 14 milioni di euro sono stati stanziati per iniziative in corso, tra cui la meccanizzazione dell’agricoltura cui sono stati destinati 10 milioni di euro. Tra i 7 e gli 8 milioni di euro sono stati investiti nell’industria della pesca di Port Said e Alessandria.
L’avvio delle relazioni di cooperazione tra Italia ed Egitto risale al 1979, anno in cui è stato firmato il primo Accordo bilaterale per la realizzazione di progetti di sviluppo. Dalla seconda metà degli anni Ottanta ad oggi, l’Egitto è uno dei Paesi prioritari nella strategia della Cooperazione Italiana e destinatario di una quota rilevante del sostegno italiano, garantito principalmente attraverso i canali bilaterale e multi-bilaterale, ma anche attraverso quello multilaterale,  tramite contributi alle Organizzazioni della Società Civile e  il programma di conversione del debito Inoltre l’Egitto risulta essere un paese prioritario anche nell’ultima programmazione triennale (2017-2019) in particolare nel settore di sviluppo socio-economico e di sviluppo rurale.
I settori d’intervento in cui la Cooperazione Italiana opera sono stati individuati, in raccordo con gli interlocutori locali e in sintonia con i programmi degli altri donatori, in primis la Delegazione dell’Unione Europea al Cairo. In generale, l’azione italiana si concentra sulla lotta alla povertà, sullo sviluppo delle risorse umane attraverso l’istruzione e la formazione tecnica e professionale, alla promozione di opportunità di lavoro e sullo sviluppo del settore privato, in particolare delle micro, piccole e medie imprese. Particolare attenzione è rivolta allo sviluppo rurale e all’agricoltura, in cui l’Italia si distingue per una lunga e apprezzata collaborazione, nonché al miglioramento, alla tutela e alla valorizzazione dell’inestimabile patrimonio naturale, culturale, storico e archeologico egiziano, anche attraverso la promozione di forme di turismo responsabile. Le modalità di finanziamento principali degli interventi – oltre alla donazioni – sono i crediti di aiuto e soprattutto la conversione del debito dovuto dall’Egitto all’Italia in un fondo per il finanziamento di progetti di sviluppo. Dal 2001 a oggi, è stata oggetto di conversione la somma complessiva di 350 milioni di dollari.