L’Egitto apre l’economia ai privati, in Borsa 23 società statali
20 Settembre 2018

L’Egitto abbandona progressivamente l’economia di Stato inaugurata dal socialismo di Nasser alla fine degli Anni 50 e apre ai privati. Il Cairo ha deciso di puntare sul settore privato per sostenere e incoraggiare il corso positivo della crescita, che nell’anno fiscale 2017-2018 con il +5,3 per cento ha toccato il tasso più alto degli ultimi dieci anni. Due le mosse imminenti: una rivisitazione della normativa sulle holding statali per concedere un peso maggiore nel capitale delle aziende pubbliche e la quotazione in Borsa delle più importanti società statali.
Il ministero egiziano delle Imprese pubbliche ha predisposto una modifica della legge per consentire ai privati di detenere anche nelle holding pubbliche partecipazioni appena al di sotto della quota di controllo, cioè vicine ma non uguali né superiori al 50 per cento del capitale sociale. Attualmente la normativa stabilisce che le holding pubbliche devono essere interamente di proprietà statale. La bozza è stata inviata al Consiglio dei ministri e dovrà essere presentata in Parlamento. Alcuni emendamenti favoriscono la presenza dei privati nella governance e nei consigli di amministrazione nelle società di proprietà statale, limitando i seggi di nomina governativa e stabilendo un termine di tre anni per ciascun incarico. Una prospettiva che assume una rilevanza particolare, considerando il carattere dell’economia egiziana che è caratterizzata da un ampio coinvolgimento dello Stato negli affari economici nazionali, e che apre agli investitori stranieri una maggiore partecipazione alla gestione delle aziende.
Se approvate, le modifiche legislative potranno essere il preludio a un cambiamento sostanziale nell’economia egiziana, anche in vista dell’ondata di privatizzazioni di alcune società pubbliche e le quotazioni attese per l’autunno. Le privatizzazioni riguarderanno 23 società statali e avverranno o attraverso una Ipo per le società che non sono ancora in Borsa oppure mettendo sul mercato quote aggiuntive di quelle già presenti sull’Egyptian Exchange. Il tutto sotto la supervisione del ministero egiziano degli Investimenti e della cooperazione internazionale che è guidato da una donna, Sahar Nasr.
Il governo ha in programma di iniziare con la vendita di Heliopolis Housing, Alexandria Mineral Oils Company, Alexandria Container e Cargo Handling, Eastern Tobacco e Abu Qir Fertilisers. Tra le dieci società che sbarcheranno per la prima volta c’è anche la società di raffinazione petrolifera Midor, che con i soldi raccolti attraverso la Ipo conta di aumentare la sua capacità di raffinazione da 115 a 175 mila barili al giorno. Le vendite includono anche altri gruppi dell’oil come Enppi Assiut Oil Refining Co (Asorc) e del settore petrolchimico, tra cui Sidi Kerir Petrochemicals Co, Egyptian Ethylene e Derivatives Company. Per quanto riguarda i servizi finanziari, saranno cedute quote della Banque du Caire, di Housing and Development Bank, di Bank of Alexandria e di Misr Insurance.
Una seconda fase di cessioni dovrebbe essere portata avanti nel primo trimestre del 2019, anche se il governo deve ancora decidere quali aziende quotare e in quale percentuale. Nei prossimi nove mesi, il governo studierà le prestazioni delle 121 aziende del settore pubblico.
Il programma segna un primo passo verso il tentativo di trovare un equilibrio tra efficienza e redditività delle aziende e aumento delle entrate per lo Stato. L’Egitto spera di ricavare 30 miliardi di sterline (1,7 miliardi di dollari) dalla prima fase e 100 miliardi (pari a circa 5,7 miliardi di dollari) dalle offerte complessive.
In base alle previsioni, la quota di investimenti in società pubbliche nel mercato azionario dovrebbe salire dal 23% attuale al 45% nei prossimi tre anni. Secondo gli analisti, questo porterà a una maggiore capitalizzazione della Borsa del Cairo, ad aumentare il turnover del mercato e ad attirare più afflussi di capitali. Ma non solo. Grazie a un maggior coinvolgimento dei privati il Cairo punta a raggiungere una crescita economica dell’8 per cento entro i prossimi quattro anni.